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L’impegno di FRoSTA per la diminuzione di CO₂: -6% entro il 2023

Dal 2008  FRoSTA porta avanti una serie di buone pratiche ed azioni concrete per la progressiva riduzione delle emissioni CO₂ in tutta la catena di produzione, in linea con i principi e i valori dei 17 obiettivi inglobati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile; nello specifico con l’obiettivo n.13 : “Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze”.

Meno emissioni CO₂ e un modo diverso di fare impresa

FRoSTA dimostra che fare impresa in modo diverso è possibile ed è una questione di scelta, tenendo conto che ognuno di noi incide in maniera più o meno importante sullo stato di salute della Terra.

Per valutare in che modo le proprie scelte produttive impattano sulla Terra, FRoSTA misura la Carbon Footprint di ogni fase del processo produttivo, fino al consumatore finale.

L’obiettivo è di ridurre l’impronta di carbonio e quindi di emissioni CO₂ del 6% entro il 2023. Ecco con quali azioni concrete l’Azienda s’impegna per raggiungere questo traguardo.

Meno emissioni grazie ad una catena del freddo sostenibile

Dal 2008 FRoSTA ha ridotto le emissioni di CO₂ (-7,2% dal 2018 al 2020), anche grazie al calcolo del Life Cycle Assessement, ovvero l’impronta ambientale dell’intero ciclo di vita del prodotto, mediante:

  • sistemi di raffreddamento che funzionano recuperando il calore;
  • impianti di riciclo istantaneo dei rifiuti vegetali;
  • depositi di celle frigorifere alimentati da impianti fotovoltaici.

Alcuni impianti dell’azienda, come Lommastzsh in Germania sono alimentati esclusivamente con energia verde, nell’ambito di un progetto a favore della biodiversità, allo scopo di salvaguardare il clima e la natura.

Meno plastica, meno emissioni di anidride carbonica

La riduzione della plastica comporta un significativo decremento delle emissioni CO₂

Lo dimostra la sostituzione delle confezioni in plastica con le nuove confezioni in carta riciclabile.

L’azienda, infatti, prevede di sostituire tutte le confezioni in plastica de La Valle degli Orti con i nuovi imballaggi ecosostenibili entro la fine del 2020.  Le nuove confezioni sono composte da cellulosa e da una minima quantità di PE.

Tra i vantaggi della nuova confezione il minore impatto ambientale. La carta utilizzata non presenta le sostanze chimiche e gli additivi usati di solito per il trattamento dei packaging, riducendo l’impatto ambientale dei processi produttivi.

La nuova confezione a ridotto contenuto di plastica è valutata misurando la CO₂ footprinting del Minestrone Classico Valle degli Orti. Una misurazione che tiene in considerazione tutte le fasi del processo produttivo fino all’arrivo nelle case dei consumatori.

Il risultato dello studio ha mostrato che l’uso della carta come componente principale di un packaging sostenibile ha vantaggi in termini di emissioni climatiche rispetto al precedente imballaggio in plastica PET / PE. (*dati basati sul processo produttivo del Minestrone Classico La Valle Degli Orti).

Gli imballaggi di carta FRoSTA hanno un ruolo essenziale nella riduzione delle emissioni di CO₂ fino al -20%, anche grazie alla mancanza della fase di sbiancamento durante la lavorazione di rifinitura.

La carovana dei ghiacciai: cos’è e perché è importante nella riduzione del CO₂

FRoSTA ha partecipato come partner sostenitore dal 17 agosto al 4 settembre alla Carovana dei Ghiacciai, una campagna promossa da Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI). Un viaggio attraverso le Alpi per raccontare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai mediante monitoraggi, escursioni e momenti culturali volti alla sensibilizzazione e alla riflessione riguardante il futuro della montagna e dei ghiacciai sul nostro pianeta.

L’impegno dell’Azienda resta quello di rendere la catena del freddo FRoSTA la più sostenibile possibile, contribuendo a difendere i ghiacciai.

Meno emissioni CO₂ lontano dalle serre e dal trasporto aereo

Tra le azioni intraprese, la scelta di rinunciare alle coltivazioni in serra, privilegiando il naturale ciclo di crescita di verdure ed ortaggi, e di non trasportare in aereo gli ingredienti.

Infatti, se da un lato la coltivazione all’aria aperta produce un minore impatto sull’ambiente a causa del ridotto consumo di energia rispetto alla produzione in serra, il trasporto aereo risulta essere il mezzo di trasporto più inquinante*;  se un’auto produce 42 grammi di CO₂ per passeggero/km, volare ne produce 285 a passeggero/km. In base ai dati dell’Air Transport Action Group*, consorzio di esperti del settore che si occupano di sviluppo sostenibile, il trasporto aereo produrrebbe il 2% circa delle emissioni di CO₂ incidendo per il 72% sul totale delle emissioni del comparto.

Il monitoraggio sull’impatto ambientale del prodotto, il continuo utilizzo di energie sostenibili ed alternative a quella fossile e nucleare, l’innovazione al servizio di tecnologie che gravino sull’ambiente il meno possibile rappresentano il modus operandi di un’Azienda che ha scelto di abbracciare un sistema di produzione che privilegia la salvaguardia del pianeta.

Fonti:

* https://www.atag.org/facts-figures.html

**https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/09/28/gli-aerei-mezzo-trasporto-piu-inquinante-tutti-numeri/?refresh_ce=1

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